La danza e la pedagogia dell’erranza

 

“C’è bisogno di abitare e praticare la Terra” 

Vandana Iori

 

Danzare è celebrare. Dai tempi più antichi la via del corpo è via mediatrice, ponte tra il Cielo e la Terra, ciò che sta sotto e ciò che sta sopra, tra il dentro e il fuori.

Fare esperienza del mondo è abitare questo Pianeta denso, travolgente, totale, toccarlo, annusarlo, osservarlo, ascoltarlo, sentirlo: nei gesti manifestare il movimento della Vita e farne Danza.

Vagabondare, apparentemente senza meta, percorrere sentieri, errare alla ricerca di qualcos che non è immediato, perchè riguarda la relazione del tutto col tutto: il corpo nel e del mondo percepisce l’urgenza, quel “non avere tempo” ma che “c’è tutto il tempo del mondo per” compiere passi sbagliati, errati, correggere il senso, lasciare tracce pregne di etica e inscrivere percorsi fortemente spirituali.

Per una danza intima e allo stesso tempo di comunità: l’esperienza ecopedagogica di relazione corporea con l’intera esistenza può rieducarci ad uno stare al mondo sensibile, sostenibile, ripetibile.

Un seme, un gesto, un attrezzo, un passo...seguire il ritmo dell’erranza secolare dell’umanità in armonia con la Natura.




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